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Buongiorno a tutti, questa mattina siamo a Taranto sull’arco ionico, siamo in Puglia,
l’ospedale da cui vi parlo si chiama Santissima Annunziata, č un grande ospedale, personalmente
mi chiamo Maurizio Resta, dirigo un grande dipartimento di diagnostica per immagini dove
oltre alle consuete discipline che aggregano diagnostica per immagini come la neuroradiologia,
la medicina nucleare, la Tacpet afferisce anche una struttura semplice di radiologia
interventistica. Quando mi capita di spiegare ai comuni cittadini,
ai pazienti, agli ammalati che si rivolgono alle nostre cure, cos’č la radiologia e
la neuroradiologia interventistica, spiego che č una maniera non invasiva di arrivare
alle patologie, navigando all’interno delle arterie o delle vene che sono i canali sanguigni
del nostro corpo, perché č un’eccezione Taranto? Perché siamo riusciti a creare un
polo reale dove i pazienti anche di fuori regione, vengono a farsi creare quella che
si definisce immigrazione sanitaria, questo per noi č un motivo di orgoglio, cosa curiamo?
Curiamo non soltanto in ambito neuroradiologico, ma in ambito di tutto il corpo, tutte le patologie
che sono raggiungibili attraverso questi sistemi, questa che noi chiamiamo navigazione endovascolare.
L’esempio piů comune che faccio ai pazienti, agli ammalati, ai cittadini che si rivolgono
alle nostre cure č quella per esempio di una patologia malformativa di un vaso sanguigno,
l’esempio piů generale č quello per esempio di un aneurisma cerebrale, per far capire
cos’č un aneurisma a un contadino delle nostre belle campagne, in genere faccio una
metafora piuttosto efficace, quella della gomma di una bicicletta, la camera d’aria,
che č nata con un’imperfezione di fabbrica, a furia di gonfiarla forma una bolla.
Lo snodo cruciale di questo racconto č l’imperfezione di fabbrica, perché le piů comuni e accreditate
ipotesi eziopatogenetiche delle malformazioni vascolari che noi andiamo a curare, pare sia
proprio un difetto genetico, in questi pazienti mancherebbe soltanto una proteina che dovrebbe
correggere giornalmente il danno sulla parete interna di questi vasi sanguigni, mancando
la proteina oggi, domani, dopodomani, tutti i giorni della nostra vita, in quel punto
nasce la malformazione che non č detto che sia una banale bolla, un aneurisma, poiché
anche essa č un nido di vasi malformati e allora la nostra patologia prende il nome,
per esempio di malformazione artero-venosa, piů comunemente in senso divulgativo, chiamata
angioma, come si inserisce il percorso terapeutico? E’ una storia che viene da lontano, ma non
tanto lontano, il grande capo della neuroradiologia interventistica in Europa, nel mondo, si chiama
Jeanjean che lavorava all’ospedale Lariboisičre di Parigi e dove ho avuto il grande onore
di potermi personalmente formare sotto l’egida del Prof. Merland che tutt’ora č tra noi.
Lě si sono formati i primi microcateteri, sono una specie di microsondini oggi sempre
piů perfezionati, lě hanno visto la luce le prime spirali di Guglielmi, č a Parigi
che in Europa questo uso di questi piccoli fili di platino che usiamo per riempire queste
bolle, queste formazioni aneurismatiche, č lě a Parigi che hanno visto la luce per primi
i Europa, oggi questi sistemi sono diventati di uso comune, abbiamo device di tutti i tipi,
non solo spirali di platino, non solo colle cianoacriliche, non solo particelle obliteranti,
ma anche per esempio il fronte forse piů avanzato, la parte piů moderna sono i cosiddetti
stent a deviazione di flusso, lo stent č una cosa banale, č una piccola protesi cilindrica,
per capirci una piccola maglia a rete, se questa rete č resa talmente fitta da permettere
il passaggio nei piccoli vasi che originano dal vaso, ma non il passaggio, laddove il
flusso č terminale, come in una sacca aneurismatica, lě l’uovo di Colombo, la maniera piů facile
di curare queste formazioni, perché il flusso non riesce piů a penetrare nella sacca e
lě dentro il sangue si coagula e poi va incontro a fibrosi e si autoesclude, solo per nominare
una tra le tante cose, tra tanti device che oggi grazie all’ingegneria biologica, alla
chimica dei materiali, viene fornita a noi operatori di settorei, per curare patologie
sempre piů gravi nella maniera sempre meno invasiva.
Il nostro č un lavoro che si inserisce in una disciplina grande che č la disciplina
della diagnostica per immagini, oggi il nostro lavoro č estremamente semplificato grazie
alle “grandi macchine” il riferimento č alla Tac multidetettore e alla risonanza
magnetica, macchine sempre piů avanzate che in tempi sempre piů brevi e con una grande
pletora di immagini, che poi noi possiamo manipolare e ricostruire in varia maniera,
ci consentono le diagnosi di queste malformazioni vascolari, ma non soltanto alle malformazioni
vascolari, un esempio puň essere anche quello dei tumori ipervascolari, noi diamo una mano,
reciprocamente ci diamo una mano con i chirurghi, quando riusciamo in un tempo pre-chirurgico,
a rendere esangui, ischemici alcuni tumori ipervascolarizzati, ecco quindi come vedete
piů cose si integrano, la diagnostica, le grandi macchine, la capacitŕ della radiologia
interventistica di arrivare dall’interno del nostro corpo, dei vasi sanguigni alla
patologia e nel migliore dei casi risolverla del tutto, restituendo, dando una restituta
integrum, altre volte semplicemente rendendo piů facile e meno pericoloso il lavoro dei
nostri colleghi chirurghi, č evidente che in un’ottica moderna le discipline si integrano,
quindi dalla radiologia che classicamente č una disciplina che estrae le immagini alla
radiologia interventistica, dove l’uso del mezzo tecnico, le radiazioni ionizzanti, i
raggi X, con la guida dei raggi X, si riescono a creare dei veri e propri percorsi terapeutici,
ma laddove questo non bastasse, le integrazioni con altre discipline, la chirurgia soprattutto,
ma anche per esempio la radioterapia, perché alcune patologie sia tumorali che malformative
e vascolari, possono trovare il loro compimento terapeutico con quella che viene definita
oggi radiochirurgia stereotassica che č l’irradiazione concentrata su una patologia resa la piů
piccola possibile dalle nostre manovre terapeutiche interventistiche, anche con una sola irradiazione
che viene dall’esterno, quindi per concludere, una vera grande integrazione tra discipline.