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Buongiorno a tutti, sono Alessandra Mirri, sono il Direttore dell’Unità operativa
complessa di radioterapia dell’ospedale San Filippo Neri di Roma, svolgo la mia attività
in questo ospedale da due anni, dall’apertura di questo nuovo reparto e l’attività di
questo reparto è sempre stata focalizzata su quelle che sono le tecniche cosiddette
speciali di radioterapia, quelle che cercano di coniugare il miglioramento, l’evoluzione
della tecnica con anche la maggiore attenzione alla qualità di vita dei pazienti, alla qualità
delle cure e l’altro grande tema di interesse di questa unità è la radioterapia sintomatica
palliativa che riveste una grandissima importanza nella cura dei sintomi legati al tumore e
alle metastasi e proprio per questo noi abbiamo creato un ambulatorio apposito per questa
radioterapia sintomatica, in grado di dare al paziente un trattamento e quindi una risposta
ai suoi bisogni in massimo 7 giorni, evitandogli peregrinazioni.
In questo momento noi viviamo un momento particolarmente fortunato della medicina, ma in particolare
della radioterapia perché negli ultimi 10 anni abbiamo, sono nate e abbiamo a disposizione
finalmente una serie di tecnologie che ci permettono di dare dosi sempre più conformate
a quella che è la vera estensione del tumore e quindi dosi che sono efficaci ma sono rispettose
dell’integrità della persona, questo vuole dire che hanno meno effetti collaterali rispetto
a quelle che usavamo in precedenza e questo perché noi lo possiamo fare?
Perché da una parte queste nuove tecnologie di radioterapia non solamente sono in grado
di erogare delle dosi molto precisamente, ma sono in grado anche, grazie all’integrazione
con le metodiche di immagine, con la Tac in particolare, di controllare dove noi stiamo
dando la dose, controllarlo tanto prima di dare, quanto anche durante il trattamento
radiante, compensando minimi spostamenti, quindi evitando le imperfezioni.
Per esempio la macchina, tutte le nuove tecnologie sono in grado di controllare prima del trattamento
il CyberKnife® è veramente l’unico esempio in questo momento, uno dei pochi in grado
di controllare anche durante l’erogazione della dose, quindi permetterci una precisione
importante, di contro a questo miglioramento tecnologico abbiamo anche una migliore conoscenza
della biologia dei tumori che ci permette di sapere quali sono i tumori che hanno un’alta
velocità di replicazione o quali sono quei tumori che hanno una bassa velocità di replicazione,
un basso rapporto alfa – beta è un termine tecnico ma vuole dire solamente una modalità
di risposta alle radiazioni come per esempio i tumori della prostata e questo ci permette
e ci consente di dare il trattamento in meno frazioni con una dose più alta, grazie a
questa conoscenza noi sappiamo che la dose più alta sarà più efficace, ma sappiamo
anche che la possiamo dare con più serenità da parte nostra e più tranquillità da parte
del paziente perché abbiamo una tecnologia che ci permette di farlo.
Queste conoscenze biologiche insieme alle tecnologie ci permettono di dare delle terapie
che sono veramente rispettose della persona, rispettose non solo della sua integrità fisica
e quindi nel senso di minori effetti collaterali, ma anche proprio della qualità di vita perché
un trattamento con un numero limitato di sedute, viene a impattare molto meno sulla qualità
di vita, dobbiamo pensare che siamo in un momento in cui la famiglia tradizionale esiste
molto poco, non esiste più, per cui anche per un paziente essere accompagnato per 40
volte, rappresenta un problema perché i suoi familiari comunque devono perdere giornate
di lavoro, perdere permessi in questo momento di crisi economica può essere un problema,
oppure pazienti anziani soli, venire poche volte è decisamente meglio che venire tante.
E’ per questo che nei tumori della prostata tutti i centri, ormai la maggioranza dei centri
che hanno una strumentazione tecnologica adeguata, si sta orientando verso regimi ipofrazionati,
in modo da consentire una più adeguata qualità di vita dei pazienti e questo consente, non
solamente un miglioramento per il paziente, ma un miglioramento anche della struttura
che può in questa maniera trattare più pazienti e quindi ovviare al problema delle liste di
attesa, perché ci troviamo in un momento difficile di cui da una parte abbiamo un’aumentata
richiesta di prestazioni per le migliori diagnosi, per le diagnosi più precoci, per anche una
maggiore informazione tanto dei medici, quanto dei pazienti stessi, dall’altra parte però
abbiamo delle risorse limitate e quindi avere delle tecnologie, delle conoscenze che ci
permettono di dare dei trattamenti in maniera più concentrata, così da poter offrire più
trattamenti a tutti oppure anche di avere una maggiore appropriatezza perché questo
è l’altro problema su cui penso sia importante battere in questo momento, dell’appropriatezza
dell’utilizzo delle risorse, perché noi abbiamo tutte tecnologie che sono veramente
importanti ma sono estremamente costose e quindi conviene usarle per i pazienti che
veramente se ne possono avvalere, lasciando invece tecnologie, forse sempre conformate,
ma più semplici per pazienti in cui la terapia riveste un carattere sintomatico e non curativo.
E quindi noi cerchiamo di utilizzare, da una parte di avvalerci di linee guida o di medicina
basata sull’evidenza e quindi cerchiamo di utilizzare questo tipo di frazionamento
nei tumori della prostata e nei tumori della mammella in setting curativo e cerchiamo di
utilizzare le metodiche di imaging, le metodiche proprio tecniche tipo la radioterapia con
intensità modulata o cerchiamo di utilizzare la stereotassica non solo per le lesioni celebrali
per le quali è nata l’indicazione, ma anche con grande soddisfazione per quelle lesioni
extracerebrale come i tumori polmonari in fase iniziale che adesso vediamo per la migliore
capacità di indagine, di diagnostica ritroviamo molto spesso in pazienti anziani o con patologie
associate che non permettono l’intervento chirurgico che pur sarebbe tecnicamente possibile.
Per cui anche in quelli, adesso è diventato un campo molto importante di applicazione
della stereotassica perché con poche sedute da una a tre, noi siamo in grado di risolvere
senza trauma per il paziente, senza ospedalizzazione, altra cosa importante per la riduzione dei
costi e per il miglioramento della qualità di vita del paziente per un’ospedalizzazione
è sempre un trauma per chiunque, siamo in grado di risolvere un problema.
L’altro campo dove veramente applichiamo ormai l’ipofrazionamento perché la letteratura,
le linee guida, la medicina basata sull’evidenza, ma più che altro il in grado di soddisfazione
dei pazienti ce lo dicono, è tutto quello della radioterapia sintomatica, palliativa,
quella che serve a risolvere i sintomi del tumore e quindi collegati al tumore o alle
sue metastasi, quindi a migliorare la qualità di vita dei pazienti, dove ormai sono stati
abbandonati o almeno cerchiamo di far abbandonare questi cicli lunghi che affliggono il paziente,
invece fare da 1 a 5 sedute e quindi in questo la tecnologia di aiuta perché noi possiamo
dare alte dosi solo se siamo in grado di conformare la dose alla zona che vogliamo irradiare e
di non dare dose ai tessuti sani circostanti. In questo cerchiamo di ottimizzare intanto
proprio la qualità di vita e di terapie che offriamo ai pazienti, le nostre risorse perché
sono limitate come quelle di tutti e anche il tempo proprio degli operatori e delle macchine.
Perché grazie al miglioramento delle terapie in generale, terapie chirurgiche, chemioterapie
ormai il tumore, non per tutti, altrimenti questa sarebbe una follia dirla, ma per una
grande fetta di pazienti sta diventando una malattia cronica, come il diabete, come la
pressione alta, come i disturbi cardiaci, noi sappiamo che quel paziente sarà seguito
e farà forse terapie per tutta la sua vita, ma comunque è un paziente che ha un amplissimo
lasso di vita davanti inaspettato anche per noi che lavoriamo da 30 anni, eravamo abituati
a tempi differenti. Per cui mentre prima forse non guardavamo
neanche all’aspetto dell’effetto collaterale perché la sopravvivenza era così limitata
che il paziente non aveva neanche il tempo di vederli, invece adesso diventa molto importante
guardare a questi aspetti e quindi poter disporre di tecnologie che ci permettono di rispettare
i tessuti sani è molto, molto importante, anche perché altrimenti delle volte diamo
degli effetti collaterali che sono peggio del tumore stesso!
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