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Il tuo personaggio possiamo dire che è una sorta di diverso tipo di supereroe;
in un certo senso mi ricorda molto Legion (il figlio di Charles Xavier).
Non lo vedrei come un supereroe, più come un villain se vogliamo fare il paragone,
anche se in realtà non è un film su un supereroe o su un supercattivo.
L'idea centrale dietro a tutto si riassume nel concetto "ciò che non ti uccide ti fortifica":
tutte le tragedie, le sofferenze, ci temprano e ci rendono più forti, più duri, sempre più duri.
Alla fine questa è anche una delle idee dietro la genesi di ogni persona con superpoteri in ogni fumetto, no?
Quanto è stato difficile per te interpretare questo tipo di personaggio, molto simile a Xavier per certi aspetti.
Beh, non so, non vedo un vero e proprio collegamento tra questo film e gli X-Men; non saprei proprio.
Penso che una delle sfide più difficili per te sia stata camminare sui tacchi a spillo.
Sì, è stata proprio una vera e propria sfida!
È veramente difficile e i piedi mi facevano malissimo ogni volta che dovevo interpretare Patricia.
E tutte le donne della troupe continuavano a dirmi che quelle che indossavo erano un modello molto comodo,
rispetto all'inferno che loro dovevano sopportare ogni giorno.
Io invece non riuscivo a sopportarlo, è stato davvero difficile!
Hai lavorato assieme a Shyamalan per creare alcune delle personalità o sono state tutte idee sue?
Beh, sarebbe stato difficile, non puoi metterti a discutere il lavoro del regista,
rischieresti di dare poi una pessima performance, devi solo pensare a costruire e a lavorare sul tuo ruolo.
Alla fine leggi lo script e ti limiti a fare ciò che è indicato: se devi interpretare una donna, con il suo modo di fare,
con le sue convinzioni religiose sul modo di acconciarsi, non cerchi di fare altro, segui ciò che c'è scritto.
Ovviamente devi costruirti il personaggio da solo, deve venire da dentro di te, in modo spontaneo, credibile.
Ho lavorato molto con lui, è un grande regista, abbiamo passato molto tempo assieme su alcune scene;
per il resto non vorrei mai lavorare come regista, anzi, a dire il vero ho girato un solo e unico film nella mia vita:
il film faceva davvero schifo! Quindi non lo rifarò mai più!
Ok, e quanto è stato importante per te lavorare con Shyamalan in questa fase della tua carriera?
In questa fase della mia carriera non saprei dirti ma in generale è stato fantastico lavorare con Night:
è molto meticoloso ed è molto preciso riguardo a ciò che vuole che esca dal suo script;
si è davvero impegnato moltissimo a cercare di seguire e raggiungere la sua visione originale della storia.
Nonostante questo era aperto a nuove idee, ispirazioni del momento, ogni tanto un po' di improvvisazione,
ma in generale ci teneva a dare la sua visione originale prima di abbandonarla e provare qualcosa di diverso.
Un'ultima domanda riguardo Anya: è in un momento importante della sua carriera,
per quello che riguarda l'imparare, le hai dato qualche consiglio che pensi sia stato fondamentale?
-Durante le riprese? -Sì.
Penso di averle consigliato di essere aperta e flessibile,
osservare le persone accanto a te, il posto in cui ti trovi; non cercare l'ispirazione solo dentro di te,
può arrivare anche da altri posti a volte.
Penso di averle detto qualcosa del genere anche se non ha bisogno di consigli da nessuno, è già bravissima.
-Lo penso anche io, è fantastica! -Sì, è stata fantastica!
-Grazie mille! -Grazie a te!