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Buongiorno a tutti, questo è uno dei due passaparola che abbiamo registrato prima di
Natale e quindi mentre vi sto parlando non so quale sarà la situazione nel lunedì in
cui questo passaparola va in onda, vorrei però approfittarne per fare memoria, su un
fatto tragicomico. Sappiamo benissimo tutte le polemiche che
sono state fatte sulla sicurezza, violenze di piazza, proposte più o meno repressive
per arginare il ritorno agli anni di piombo etc., è una buona cosa che si sappia che
questo governo ha, un paio di mesi fa, depenalizzato il reato di associazione militare con finalità
politiche, la cosiddetta banda armata, direte: sono impazziti?
No, non sono impazziti, c’è un processo a Verona per questo reato contro una trentina
di attivisti e dirigenti leghisti che coinvolgeva inizialmente i massimi vertici della Lega
per avere fondato 14 anni fa le Camice verdi, un’organizzazione paramilitare, con finalità
politiche, completamente illegale visto che non si possono creare bande armate a sostegno
di questo o quel partito, milizie private a sostegno di questo o quel partito e quindi
l’allora Procuratore Papalia avviò questo processo, processo che ne ha viste di tutti
i colori per cercare di salvare i leghisti beccati con il sorcio in bocca in intercettazioni
etc. a parlare di armi e di organizzazione militare, gli eventi di contrasto contro lo
Stato che pretendeva addirittura di tutelare la propria unità contro la secessione vaneggiata
da questi squilibrati! Non sapendo più come salvare i loro attivisti
dalle conseguenze penali di questa milizia, la Lega ha costretto il Governo a depenalizzare
il reato di cui questi signori erano accusati e lo ha fatto con la frode, ragione per cui,
si spera, che presto il Parlamento voterà la mozione di sfiducia che è stata sollevata
dall’Italia dei valori, contro il Ministro Calderoli che si è segnalato per un notevole
attivismo in questo senso, quindi dobbiamo sapere che questo governo che a parole dice
da contrastare la violenza, ha depenalizzato uno dei reati chiave per punire la violenza
di chi si organizza in armi per fare violenza a scopo politico.
Per salvare sé stessi hanno disarmato lo Stato di uno strumento giuridico, penale fondamentale
per reprimere eventuali fenomeni di questo genere.
Partiamo dall’inizio, il 9 ottobre è entrato in vigore il Decreto Omnibus (perché dentro
c’era di tutto) che contiene il nuovo codice dell’ordinamento militare, è il Decreto
Legge 15 marzo 2010 N. 66 che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l’8 maggio, con
il titolo “Codice dell’ordinamento militare, in questo decreto ci sono 2272 articoli, più
sono meno i parlamentari quando devono approvarli in due minuti possono verificare cosa stanno
facendo, come si fa a leggere e a capire 2272 articoli? Uno degli ultimi, l’articolo 2268
ha centinaia di commi, il comma 297 dell’Art. 2268 di questo decreto, abolisce un altro
decreto che era stato varato nel febbraio 1948 alla vigilia delle famose elezioni del
1948, fronte popolare contro Democrazia Cristiana e i suoi alleati, momento di altissima tensione,
erano le prime elezioni politiche dopo la Costituente. Il Decreto quindi che viene abolito
è il Decreto 14 febbraio 1948 N. 43 e era il Decreto che puniva con il carcere da 1
a
10
anni chiunque promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni di carattere militare,
le quali perseguono anche indirettamente scopi politici e si organizzano per compiere azioni
di violenza o minaccia. Il trucco l’avete capito, si fa un provvedimento
che abroga una miriade di vecchie norme, anche spesso inutili, e che viene usato per nascondere,
camuffare la depenalizzazione di un grave reato che è purtroppo attualissimo, il Capo
dello Stato ha regolarmente firmato questo Decreto e di chi è l’idea? Ufficialmente
il nuovo codice dell’ordinamento militare, è responsabilità del Ministro della Difesa,
La Russa, ma può La Russa pensare di depenalizzare il reato di banda armata di fatto? No, non
è stato lui, a attivarsi in questo senso è il Ministro della semplificazione normativa
leghista Roberto Calderoli, cosa gli è venuto in mente a questi che sollevano sempre allarmi
sulla rinascita del terrorismo, di depenalizzare le bande militari e paramilitari di stampo
politico? Quello che vi dicevo prima, l’esistenza di questo processo che è in corso di 14 anni
a Verona, a carico di politici, dirigenti e attivisti della Lega del Piemonte, della
Liguria, della Lombardia e del Veneto e dal 1996 sono accusati di avere organizzato una
formazione paramilitare, la guardia nazionale padana, quella che si vestiva con le camice
verdi, i guardiani della secessione, nelle intercettazioni si sentono questi signori,
compreso Bossi, parlare di armi. Il processo fino a qualche mese fa vedeva imputati anche
Bossi, Maroni, Borghezio, Speroni, tutti parlamentari italiani o europei e 5 alti dirigenti della
Lega in aggiunta a quelli che ho citato che nel 1996 erano parlamentari, tra questi Calderoli.
All’inizio i capi di imputazione formulati dal Procuratore *** Papalia erano 3: attentato
alla Costituzione, attentato all’unità e integrità dello Stato, costituzione di
una struttura paramilitare fuori legge in virtù di quel Decreto.
Ma i primi due reati con un’altra legge ad legam, sono già stati di fatto depenalizzati
nel 2005, sono stati modificati e quindi l’attentato alla Costituzione e l’attentato all’unità
e integrità dello Stato sono reati soltanto quando concretamente viene usata la violenza,
mentre quando uno si propone di fare queste cose, ma non ha ancora messo in campo comportamenti
violenti, non è più reato e quindi i due reati, il primo e il secondo contestati da
Papalia sono stati cancellati dal Parlamento per salvare gli imputati di questo processo
nel 2005, uno degli ultimi atti del Governo Berlusconi 2.
Restava in piedi il terzo, quello di costituzione di una formazione paramilitare con scopi politici
fuori legge e è proprio il reato che viene depenalizzato con il decreto di maggio che
è entrato in vigore a ottobre, il Decreto La Russa – Calderoli. I leader leghisti
rinviati a giudizio, i Bossi, i Maroni etc. erano già stati salvati dal processo perché
il Parlamento li aveva protetti con insindacabilità parlamentare, sostenendo che persino il reato
di banda armata, attentato alla Costituzione, all’integrità e un’unità dello Stato,
fossero coperti dal diritto dei parlamentari di esprimere le loro opinioni, come se l’organizzazione
di una banda paramilitare fosse un’opinione. E’ un reato che salva le opinioni dei parlamentari
e che in realtà l’istituto dell’insindacabilità nasce per difendere le opinioni dei parlamentari
e invece è stato applicato, abusandone, per salvarsi dalle conseguenze di avere fondato
o cofondato una banda armata, ok? Quindi improcessabili per grazia ricevuta del Parlamento.
Papalia è ricorso alla Corte Costituzionale facendo due conflitti di attribuzione contro
il Parlamento che aveva impedito che venissero processati questi parlamentari, ma non è
riuscito a ottenere ragione, a quel punto sono rimasti gli altri imputati, quelli che
non avevano avuto la prontezza di rifugiarsi in Parlamento per farsi proteggere dai loro
colleghi che erano comunque 36, tra i quali anche Giampaolo Gobbo, segretario della Lega
Veneta e Sindaco di Treviso e il Deputato Matteo Bragantini che era arrivato dopo in
Parlamento e che quindi quando i reati secondo i PM erano stati commessi, non era ancora
parlamentare. Ma a ottobre nella prima udienza del processo
davanti al Tribunale di Verona, dopo tutto quell’andirivieni di conflitti, attribuzioni
etc., gli avvocati dei leghisti si sono alzati e hanno detto ai giudici: ma lo sapete che
il reato non c’è più? Anche il reato di formazione paramilitare fuori legge è stato
appena cancellato dal Decreto voluto da Calderoli, da uno degli ex imputati di questo processo,
i giudici allibiti non se ne erano neanche accorti che era passato dal decreto con tutte
quelle norme, quindi sono andati a verificare e hanno scoperto che era vero e quindi ne
hanno preso atto e hanno rinviato il dibattimento in attesa di dichiarare praticamente chiuso
perché è sparito il reato, l’ultimo anche dopo gli altri due, grazie all’ennesima
legge ad legam. Esce un pezzo su Il Fatto Quotidiano, lo scrivo
io a ottobre, panico, il governo si accorge di avere depenalizzato un reato così grave,
La Russa tramite gli uffici del suo Ministero fa sapere che è stato un errore materiale,
sapete che quando c’è un errore materiale in un decreto può essere corretto con una
procedura breve, non è che bisogna rifare tutto l’iter parlamentare, ma dal Ministero
della semplificazione normativa arriva l’alto là, si dice: no, non è stato un errore,
era voluto, naturalmente Calderoli non dice: l’ho voluto io, altrimenti si capirebbe
perché l’hanno fatto, dice: questo suggerimento di cancellare questo decreto e quindi questo
reato, ci è arrivato da una Commissione ministeriale che era stata istituita a suo tempo per riformare
il Codice dell’ordinamento militare dal governo Prodi, è il solito discorso, è colpa
del governo precedente, sono loro che ci hanno detto: cancellate quella norma e noi l’abbiamo
cancellata, ma i responsabili di quella Commissione, tra cui un generale fanno sapere che non è
vero niente, loro non avevano affatto detto di cancellare quella norma, sono stati gli
uffici di Calderoli a aggiungerla, quindi non si provassero a dare la colpa alla Commissione
istituita dal Governo Prodi perché l’hanno fatto loro surrettiziamente, cercando poi
di attribuirlo a quella Commissione. Noi siamo di fronte a un governo che è stato
raggirato, se tutte le cose che ci siamo detti sono vere. E secondo l’Italia dei valori
che ha sollecitato e ha aperto la richiesta di sfiducia individuale del Ministro Calderoli,
quest’ultimo ha mentito al Parlamento e al suo governo, addirittura, impedendo che
venisse corretto quello che era talmente assurdo da far pensare a un errore materiale.
Sostenendo che invece non era un errore materiale ma era giusto fare così e che a fare così
era stato indotto da una Commissione, mentre in realtà quella Commissione non l’aveva
indotto, era stato lui a prendere l’iniziativa, e sappiamo con quali conseguenze il salvataggio
dei 36 imputati a Verona. Adesso bisognerà vedere quando viene fissata la votazione e
la discussione in Parlamento della sfiducia individuale a Calderoli, perché quest’ultimo
ha già detto: se ci fossero le prove che ho mentito al Parlamento me ne andrei io per
primo, la posta in gioco l’ha sintetizzata Massimo ?Donadi?, capogruppo dell’Italia
dei Valori alla Camera che ha fatto degli accertamenti sull’iter di questo strano
codicillo che è stato aggiunto all’ultimo momento nel Decreto sull’ordinamento militare
e che è molto interessante, soprattutto in questo periodo in cui il Governo fa la faccia
feroce e finge di essere il tutore dell’ordine pubblico.
Donadi ha scritto una lettera al Presidente della Camera Fini che è stata pubblicata
da Il Fatto Quotidiano che aveva tirato fuori per primo questa depenalizzazione di questo
reato innescando poi tutto quello che è successo dopo, sono cose gravissime, non le avete mai
sentite raccontare in televisione, sui giornali etc., ma sono cose gravissime, proprio per
questo non ve le hanno raccontate! “Gentile Presidente fini – le è ben noto, scrive
Donadi – che a ottobre è stata illegittimamente abrogato il reato di associazione militare
con scopi politici e che di questo ritengo essere responsabile il Ministro per la semplificazione
normativa – Calderoli – il Ministro che ci accusava di averlo attaccato ingiustamente,
le ha scritto in una lettera che mentire al Parlamento è un fatto di tale gravità e
se mai lo avesse fatto si sarebbe prontamente dimesso. Nel corso della discussione sulla
mozione il Ministro ha mostrato il testo di uno schema di Decreto Legislativo, affermando
che si trattava del “testo prodotto dal Comitato scientifico, la Commissione istituita
da Prodi, inviato alle concertazioni interministeriali con lettera dell’aprile 2009 e che già
riporta il Decreto Legislativo del 1948 tra quelli da abrogare, colpa del Comitato Prodi”.
Ciò appare in netto e inconciliabile contrasto sia con la lettera inviata a me e allo stesso
Ministro dal Magistrato che ha presieduto il Comitato scientifico - il quale dice: noi
non abbiamo mai fatto niente di tutto questo – sia con un’altra lettera datata 6 ottobre
inviata dallo stesso magistrato al Ministero per la semplificazione e al Ministero della
difesa, in cui c’è scritto “il Comitato ha chiuso i lavori di collazione dell’intero
corpus normativo, in vista della consegna al Signor Ministro della Difesa prevista per
il successivo lunedì 30 marzo 2009, alla data di sabato 28 marzo, hanno chiuso i lavori
di assemblaggio di queste norme che mandavano al Ministero perché fossero abrogate o modificate
alle 21,30 del 28 marzo 2009, dopo avere scrupolosamente controllato quale ultimo adempimento l’elenco
delle fonti abrogate e che a quella data l’abrogazione in questione non era presente in alcun modo
negli schemi. Già da queste due lettere emerge che o ha
mentito il Ministero, o hanno mentito un magistrato del Consiglio di Stato che presiedeva quel
Comitato scientifico e altri 4 magistrati di quel Comitato scientifico che non hanno
mai smentito le affermazioni del Presidente della Commissione tecnica che dice “noi
non abbiamo mai indicato quella norma tra quelle da abrogare”. Ci sono tuttavia altri
documenti in grado di dimostrare che il testo dello schema di Decreto Legislativo che il
Ministro Calderoli ha fornito ai deputati, è falso, la prova di ciò si trova nei 3
seguenti documenti protocollati presso il Ministero della difesa: 1) il verbale della
riunione plenaria e del Comitato scientifico insieme con i tecnici del Ministero coinvolti,
18 febbraio 2009, nella quale si è deciso il calendario futuro delle riunioni del Comitato;
2) il verbale della riunione plenaria svoltasi dal 26 al 28 marzo 2009, nel corso della quale
si è proceduto al controllo formale delle norme primarie abrogate e si è chiusa la
bozza dello schema da consegnare al Ministero - non c’è l’abrogazione del decreto
del 1948 -; 3) il file informatico sorgente contenente la bozza dello schema su cui ha
lavorato il Comitato scientifico che è un file legale che conserva le tracce delle modifiche
che si sono succedute, delle persone che le hanno apportate e dell’ora in cui sono state
fatte, in questi documenti vi è la prova che il Ministro per la semplificazione normativa,
Calderoli, ha mentito al Parlamento italiano e che sua è la responsabilità dell’illegittima
abrogazione del reato di associazione militare con scopi politici. Ritengo che il Ministro
per la semplificazione normativa debba mettere a disposizione del Parlamento i documenti
che ho indicato per permettergli di valutare i fatti nella loro successione e completezza.
Le ho scritto questa lettera con grande rammarico per la gravità che i fatti accaduti hanno
per le istituzioni democratiche e ho fiducia che questa vicenda, per l’importanza che
riveste non venga ridotta a una mera polemica politica strumentale, mi auguro che in tutti
sia forte il senso dello Stato e della difesa delle istituzioni”.
A questo punto o Donadi sta mentendo o i 5 magistrati del Comitato scientifico hanno
mentito o gli uomini del Ministero della Difesa hanno mentito dicendo: noi non abbiamo proposto
niente del genere, oppure noi non sapevamo niente del genere è stato un errore materiale
e allora si devono dimettere il Ministro La Russa, Donadi, bisogna cacciare questi magistrati
contabili che hanno formato la Commissione del Governo Prodi, oppure ha mentito Calderoli,
nel qual caso se ne deve andare non dal governo, dalla politica, deve sparire perché un Ministro
che mente al Parlamento presentando carte false, non può semplicemente lasciare il
governo, deve lasciare la politica, secondo voi così a naso chi ha mentito? E perché
l’informazione non parla di questo scandalo che se è possibile, è ancora più grave
di tanti altri scandali che occupano le pagine dei giornali? Mistero ma noi di Passaparola,
noi de Il Fatto, del blog di Beppe Grillo serviamo a questo, a dare le notizie che gli
altri non danno e quindi sappiate che tutti quelli che pontificano, contro il ritorno
agli anni 70 hanno abolito un reato fondamentale per punire eventuali comportamenti tipo anni
70, quelli che loro evocano continuamente, vogliono la galera per gli studenti e hanno
abolito la galera per le bande paramilitari, per salvare dalla galera i loro amichetti
della Guardia nazionale padana e questo è sicuro, chi ha mentito lo deciderà il Parlamento
e speriamo che quando verrà scovato chi ha mentito, venga cacciato dal governo e dal
Parlamento. Leggeteci ancora su Il Fatto, buone feste
ancora una volta, vi ricordo che c'è la possibilità fino all'Epifania di regalare a qualche amico
un abbonamento de Il Fatto e essendo un abbonato che regala un altro abbonamento al suo amico,
per il secondo abbonamento ci sono forti sconti sul sito de Il Fatto trovate tutto, passate
parola e buon inizio di anno!