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[inizio] Quindi si potevano fissare le politiche economiche nazionali e i tassi di cambio,
e così via,
anche se c'era un veloce movimento di capitali
e in effetti la politica economica più importante oggigiorno è riportare le cose a quei giorni felici
quando potevano infischiarsene della popolazione
e semplicemente lasciare le decisioni nelle mani delle "persone giuste" (capitale finanziario ecc.)
Questa è in larga parte la storia degli ultimi 20 anni circa.
Ora, il vero problema del "libero flusso di capitali" è che mette a repentaglio la democrazia e l'assistenza sociale
questo fu sottolineato, in maniera piuttosto esplicita
dai negoziatori americani e britannici a Bretton Woods (1944)
e il ragionamento è semplice: i controlli sul capitale, cioè le restrizioni al libero flusso di capitali attraverso i confini
permettono ai governi di portare avanti politiche fiscali, come le politiche monetarie e dell' Erario
che sono - dal punto di vista degli investitori -
"irrazionali"
perchè aiutano soltanto la gente, non i profitti.
Quindi, esse sostengono l' occupazione, i redditi, i programmi sociali ecc.
e queste politiche possono essere introdotte senza temere la "fuga di capitali",
se essa viene limitata.
Viceversa, quando si permette la libera "fuga di capitali"
si ottiene quello che alcuni economisti internazionali chiamano un "senato virtuale"
del capitale finanziario.
Quest'ultimo può imporre le sue politiche sociali semplicemente minacciando la "fuga di capitali",
cioè di ritirare i capitali dal paese,
atto che provoca innalzamento dei tassi di interesse, recessione, tagli alla salute e alla scuola, e magari la bancarotta:
essenzialmente le ricette del Fondo Monetario Internazionale, se ci date un'occhiata.
Come ho detto, tutto questo fu articolato chiaramente all' epoca dai negoziatori americo-britannici
e non è particolarmente controverso.
Quando c'è il libero flusso di capitali avrete un "senato virtuale",
e la democrazia, il welfare, il contratto sociale sarà minato.
E' importante tenere a mente queste riflessioni elementari quando si esamina il periodo attuale.
Il sistema di Bretton Woods, come fu istituito in origine (nella sua versione originale),
è stato in vigore per almeno 20-25 anni:
quest' epoca è solitamente definita "l'età d' oro" del capitalismo di stato dopo la guerra
ebbe una buona performance economica. Quindi:
alti tassi di crescita economica, di produzione, espansione del contratto sociale ecc.
Questo sistema è stato smantellato a partire dai primi anni '70.
Il primo passo fu quando Nixon abrogò unilateralmente alcuni dei principi fondamentali,
gli altri maggiori centri finanziari seguirono a ruota.(si associarono)
Verso gli anni '80, i controlli sui capitali erano quasi spariti dai paesi ricchi, completamente.
Le economie minori si aggrapparono ad essi, ad esempio la Corea del Sud,
li mantennero per tutti gli anni '80, ma furono costrette ad abbassarli negli anni '90.
Questo fatto è considerato generalmente uno dei fattori principali del recente fallimento,
unitamente ai diffusi fallimenti nel settore privato per tutta l' Asia orientale e sud-orientale.
Non mi dilungo (soffermo) su questa questione, ma devo dire che analisti seri
considerano il miracolo economico est-asiatico piuttosto reale.
L' economista capo della Banca Mondiale, Joseph Stiglitz, economista molto rispettato,
sottolineò il fatto che il miracolo economico dell' Asia dell' est fu un "successo sbalorditivo senza precedenti"
Egli fa notare anche che tale successo era basato su significativi allontanamenti dalle dottrine ufficiali (insegnamenti) 49 00:04:17,00 --> 00:04:24,00 e che avrebbe dovuto essere sostenibile se non fosse stato distrutto dai mercati finanziari.
Egli osserva anche che negli stati asiatici dell' est, come la Corea del Sud, Taiwan, Giappone,
i governi si presero grosse responsabilità per la promozione della crescita economica
abbandonando il dogma del mercato che sa fare meglio,
intervenendo per migliorare i trasferimenti di tecnologia, la scuola, la salute, e con politiche industriali, coordinazione e rigidi controlli sui capitali.
Egli menziona anche... [salto]
Beh, cosa accadde dopo il crollo del sistema di Bretton Woods nei primi anni '70?
In sostanza finì "l' età d' oro", e da allora c'è stato un periodo molto più povero dal punto di vista economico.
Di nuovo, si può dibattere sulle cause, ma i fatti non sono in discussione.
C'è stato un rallentamento della crescita - specialmente nel mondo industriale occidentale - dell'economia e della produttività, ma anche del commercio, se osservate bene.
Ci sono molte asserzioni di un boom del commercio, e ciò è vero per alcuni casi, ma in generale no.
Il commercio sembra crescere relativamente all' andamento dell' economia in generale,
ma questo è perchè l'economia va giù ad una velocità maggiore di quella del commercio, quindi il rapporto è più alto
Quindi, un effetto pricipale [del crollo di Bretton Woods] è una performance economica più povera.
In secondo luogo, soprattutto negli USA e in Inghilterra, ma in qualche misura anche nel mondo industriale in generale,
i salari hanno ristagnato o sono scesi per la maggioranza della popolazione.
Negli USA le condizioni lavorative sono molto peggiorate, così come i servizi sociali,
le infrastrutture sono collassate, c'è un debito immenso, il welfare state (stato d'assistenza) è come ...
...
Negli Usa e in Inghilterra la diseguaglianza - che diminuiva durante l' età d'oro - è aumentata rapidamente, tornando ai livelli degli anni '20.
Tutto questo genera un gruppo di popolazione superflua, che non contribuisce granché alla formazione dei profitti:
nel terzo mondo si fanno cose come quella che viene chiamata "pulizia sociale", in Colombia, li si uccide, o qualcosa di simile.
Ma questa è una società civilizzata, e quindi li trattiamo diversamente: li buttiamo in galera.
Il tasso di popolazione delle carceri è cresciuto da allora molto rapidamente,
unitamente a queste politiche.
E' reso in qualche modo più semplice da correlazioni razziali e di classe,
ma essenzialmente il fenomeno ha poco a che fare con esse.
Quindi: li si butta in galera. E ciò non ha niente a che fare con il tasso di criminalità americano, il più alti tra paesi ricchi, ma la classifica non è lunga: c'è un'eccezione,ossia gli omicidi da arma da fuoco, ma questo non c'entra con i tassi di criminalità, ha molto più a che fare con la cultura delle armi e con la legge delle armi.
Intorno agli anni '80, gli USA erano ai massimi posti nell'incarcerazione della popolazione,
quel dato si triplicò durante quegli anni e sta crescendo ancora molto rapidamente.
Oggi è da 5 a 10 volte più alto rispetto a qualsiasi altra società industriale,
ed è stato a lungo un record mondiale tra tutte le società che hanno statistiche significative.
Se contate i detenuti in età lavorativa, la loro cifra aumenterebbe di un 2% il tasso di disoccupazione. Non è poco.
C'è poi una grosso settore privato delle prigioni che si sta sviluppando ecc... un giro da un sacco di soldi.
Beh, un'altro cambiamento si è verificato soprattutto negli anni '90:
i profitti sono schizzati alle stelle. La stampa finanziaria era estatica, questo fino alla metà di quest'anno (1998), poi le cose sono cambiate.
Un'altro cambiamento fu, negli anni '70, un aumento astronomico di flussi di capitali, dovuto alla deregolamentazione.
E per la maggiorparte a breve termine, flussi di una settimana o meno.
L'ammontare oramai è enorme, nessuno sa con certezza, ma si stima che sia intorno a 1,5 trilioni di dollari al giorno.
E' virtualmente scollegato dall' economia reale, probabilmente dannoso per essa.
Di nuovo negli anni '70, quando il totale era molto minore dell'attuale,
si calcolava che il 90% degli scambi mondiali (foreign exchanges) interessasse l'economia reale
- per la gran parte investimenti e commercio -, e che il rimanente 10% fosse speculativo.
Oggi l'opinione generale è che solo il 5% sia legato all'economia reale, il restante è speculativo, soprattutto a breve termine, con gli effetti che sappiamo. �